Attenzione ai cali di pressione con il caldo

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Con l’affermarsi del caldo i il nostro corpo è accompagnato da un senso di stanchezza e di spossatezza che ci accompagna per tutto il corso della giornata.

I cambiamenti climatici di questa stagione influiscono sul nostro organismo

Di sicuro nel mese che ci siamo ormai lasciati alle spalle si assiste ad una serie di cambiamenti all’ambiente che ci circonda che tendono a destabilizzare il nostro quotidiano. Primo fra tutti l’aumento delle ore diurne che, con la complicità dell’ora legale, subisce un improvviso balzo in avanti e, al contempo, anche le prime giornate di caldo che cominciano a farsi sentire e che proseguiranno anche per tutto il mese di maggio.

Il senso di stanchezza
Il senso di stanchezza

Oggi, grazie ad un recente studio, è possibile affermare che questo senso di stanchezza non è una semplice impressione ma che è strettamente legato ai cambiamenti climatici che avvengono in questo periodo e che si ripercuotono sulla nostra pressione arteriosa. È stato, infatti, dimostrato che ad un aumento della temperatura ambientale corrisponde una diminuzione della nostra pressione arteriosa, causa del senso di spossatezza che accompagna queste calde giornate.

I risultati di una ricerca italiana

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Questo interessante risultato è stato raggiunto dal lavoro congiunto di un gruppo di ricercatori italiani, appartenenti all’Università di Firenze e all’Università Bicocca di Milano, il cui studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Hypertension. In particolare, in base a tale analisi si è potuto evidenziare come, ad ogni aumento di 1 grado di temperatura corrisponde una riduzione del valore di pressione arteriosa pari a 0,14 punti. Per fare un esempio banale, per un aumento di temperatura pari a 10°C (tranquillamente raggiungibile da un giorno all’altro in questo periodo dell’anno così variabile) la nostra pressione sanguigna scende di ben 14 punti! Un risultato tutt’altro che trascurabile, soprattutto nel caso delle donne che tendono, molto spesso, a soffrire di pressione bassa.

Come è stato svolto lo studio

Il lavoro degli studiosi italiani non è stato per nulla semplice, sia a livello di pazienti da monitorare che sono stati quasi duemila (ben 1897 persone), sia a livello di durata dello studio, che ha preso quasi due anni. Non solo. Ogni paziente, infatti, è stato meticolosamente monitorato: per ogni persona, infatti, venivano registrati non soltanto i valori di pressione arteriosa per 24 ore al giorno, ma anche temperatura ed umidità dell’aria, grazie ad una piccola stazione meteo portatile di cui ogni paziente era in possesso. In questo modo è stato, infatti, possibile, correlare in maniera inconfutabile il valore puntuale della pressione con quello della temperatura dell’ambiente circostante.

Il risultato ottenuto dai ricercatori italiani ha confermato ciò che già da tempo i medici sospettavano, ovvero che nella stagione calda la pressione arteriosa tenda naturalmente a diminuire. Questo perché il caldo e le elevate temperature tendono a far dilatare i vasi sanguigni e ad aumentare la sudorazione. In seguito alla sudorazione, infatti, l’organismo perde anche sali minerali e sodio, e, di conseguenza, si riduce anche la pressione arteriosa.

La pressione del sangue
La pressione del sangue

La primavera, con i suoi primi caldi, ma anche l’estate, quindi, rappresentano un periodo particolarmente a rischio per tutte quelle persone che soffrono di pressione bassa, ma anche per quei pazienti ipertesi che sono in cura presso un centro specializzato. Nel primo caso è bene non esporsi alle alte temperature nelle ore più calde della giornata, o comunque di portare sempre con sé un integratore di sali; nel secondo è bene che il medico che cura l’ipertensione riduca in maniera idonea il dosaggio dei farmaci, rispetto a quelli somministrati nei periodi invernali.