Empatia: cos’è, tipologie e perché si prova (o no)

Quando si introduce il concetto di empatia, prima di partire dalla definizione, occorre pensare ad un’esperienza da fare in gruppo, una sorta di gioco da fare insieme: Carl Jung, psicoanalista ed antropologo svizzero, definiva il gruppo in cerchio, dato che questa forma richiama il simbolo del sè. Sul piano concreto, si utilizza questa disposizione per garantire ad ogni partecipante l’attenzione di tutti, i volti ed i corpi di ognuno sono per tutti in una circolarità di emozioni, in una successione continua di relazioni.

Dunque, per sperimentare e cercare di definire e comprendere concretamente che cosa sia l’empatia, occorre scegliersi un compagno e scambiarsi abiti, scarpe, gioielli, sciarpe, etc. Successivamente, occorre entrare nello stile dell’altro attraverso indumenti, monili, compiere azioni per entrare in contatto con il cambiamento. Il gioco è divertente: l’obiettivo è proprio quello di immedesimarsi nei panni dell’altro e di provare a modificare il proprio schema corporeo e di comportamento per ottenere un maggiore senso di sè e dell’altro.

Empatia: alla ricerca di una valida definizione

“Amare quando tu, l’altro, sei felice: allora sono felice anch’io. E quando tu, l’altro, sei infelice e soffri, allora sono in pena anch’io”, definizione di empatia fornita da Abbé Pierre, religioso e uomo politico francese.

Il momento è propizio: dopo un valido percorso a step iniziato dal prestare attenzione sul sè, a riflettere se e quanto ci vogliamo bene, si deve procedere verso l’analisi dell’altro attraverso gli strumenti di osservazione, comunicazione e promozione del sè. Filosofi e studiosi come Pascal e Schopenhauer hanno sempre sottolineato il carattere dialettico dell’uomo.

Sempre indaffarati ogni giorno, con sguardo rivolto verso il basso, la mente piena di cose da fare, poca propensione alla comunicazione verso gli altri, si ha spesso poca propensione ad aprirsi ed a conoscere gli altri. Questo atteggiamento e modo di essere non fa assolutamente bene a noi stessi e a chi è prossimo a noi.

Diventa allora una necessità interiore capire che cosa significa empatia, in quanto può rappresentare una chiave per aprire le “porte-rapporti” relazionali ed emozionali con gli altri.

Etimologia del termine empatia: la chiave per comprendere l’essenza

Il termine empatia deriva dal greco e significa “sentire dentro”, è quel “sapere che ci consente di percepire come si sente l’altro”. Nella derivazione dal greco si percepisce marcata la sfumatura del pathos, che esprime un sentimento forte e profondo, vicino alla sofferenza. Si tratta di uno stato di identificazione tra persone tanto da “sentirsi dentro l’altro”, coinvolgendo a fondo l’ego ed anticipando il bisogno dell’altro.

L’empatia è “un’esperienza in pectore dell’altro e del suo vissuto”; come afferma R.C.Schank si può utilizzare un’espressione colloquiale al fine di rendere efficacemente il concetto di empatia: “Mio Dio, è esattamente ciò che avrei fatto al tuo posto, so precisamente cosa stai provando ora”.

In pratica, l’empatia consente di identificare un sè con un Altro durante i rapporti di relazione quotidiana che si vengono a creare ed a tessere con le persone. “L’empatia scatta nel momento in cui un essere umano parla con un altro; è impossibile comprendere un altro individuo se al te,po stesso il nostro sè non riesce ad identificarsi con lui”, è questa l’essenza per capire pienamente che cosa sia l’empatia. Si tratta di una definizione-pensiero di Adler, psicoanalista e psicoterapeuta austriaco.

Abbiamo già dentro di noi l’empatia? E’ una domanda assolutamente lecita: solo con la pratica dell’empatia e della relazione con l’altro, si può realizzare una vera e propria comprensione tra esseri umani.

Tipologie di empatia: cognitiva, enotiva, compassionevole

Per quanto concerne le varie tipologie di empatia, occorre distinguere tre diverse fattispecie:

  1. Empatia Cognitiva: empatia che consente di intuire chiaramente quello che l’altro pensa e di comprenderne a fondo il suo punto di vista. Si tratta della forma di empatia meno profonda dato che manca la compassione e il desiderio di preoccuparsi effettivamente di cosa provano le altre persone e di voler quindi fare qualcosa per aiutarle.
  2. Empatia Emotiva o Affettiva: rispetto alla forma precedente, il rapporto che si crea con l’altro è più profondo e si è in grado non solo di capire ma anche di provare davvero dentro se stessi le sensazioni delle altre persone. E’ questa la forma di empatia che ci permette di comprendere e anche sentire gli stati d’animo altrui ma non necessariamente di provare compassione per essi.
  3. Empatia Compassionevole: Grazie a questa tipologia di empatia si è in grado di comprendere le emozioni dell’altro, di provarle dentro di noi e in più si riesce, rispetto alle precedenti forme, a capire come aiutare la persona che abbiamo davanti, ad essere compassionevoli. È questa la “vera” forma di Empatia, quella più genuina, quella di coloro che fanno dell’altruismo la loro missione di vita. Non è da tutti dotarsi di queste doti di carità e di compassione; tuttavia, è bene iniziare ad esserlo nei confronti di familiari, amici e conoscenti.

Perchè occorre essere empatici?

L’empatia sicuramente è una dote che pochi soggetti sensibili hanno. Ma è veramente importante essere empatici? Beh, nella moderna società dell’egoismo sembra un vero ossimoro essere empatici; tuttavia, occorre ricordare che ci sono situazioni contestuali esogene ed endogene che ci spingono e ci spronano ad essere maggiormente empatici.

Si pensi ai rapporti tra genitore e figlio o ai rapporti tra docente e scolaro e, addirittura, sul posto di lavoro tra datore e lavoratore. Sono tutte “scene di vita quotidiana e professionale” che ci inducono necessariamente ad essere empatici e compassionevoli: l’individuazione, il riconoscimento e la gestione delle emozioni sono alla base della crescita personale e della comunicazione con gli altri.

Se vogliamo essere più empatici e aperti verso gli altri, occorre imparare in primis a conoscere noi stessi. Una volta compreso il nostro ego, saremo in grado di capire ed aiutare gli altri. Occorre tanta pratica ed una buona dose di altruismo per essere empatici, allenatevi e riflettete, Buona fortuna!