Il cancro al seno è da sempre una delle malattie più diffuse tra le donne, una malattia che solo fino a qualche anno fa aveva una mortalità davvero molto elevata. Il cancro al seno colpisce ancora oggi un numero davvero elevato di donne, si parla infatti solo in Italia di 48mila casi all’anno. Grazie ai progressi in campo medico e grazie soprattutto alla prevenzione la mortalità è però scesa per fortuna in modo davvero intenso. Intervenire in modo tempestivo permette infatti oggi di far guarire del tutto il 90% delle donne che si ammalano. Il problema però è che le cure chemioterapiche necessarie per guarire hanno degli effetti negativi sull’organismo, in modo particolare sulle ovarie. La chemioterapia infatti fa diminuire o annulla del tutto la funzione ovarica, comporta praticamente una sorta di menopausa precoce.
Questo significa che le donne a cui viene diagnosticato il cancro non devono solo com battere contro la malattia, ma devono anche rinunciare al sogno di avere un figlio. Arrivano però finalmente buone notizie, nuovi studi infatti confermano che sarà d’ora in avanti possibile concepire un figlio anche dopo le cure chemioterapiche.
Lo studio è stato condotto dall’Unita Terapie Innovative dell’Istituto Tumori San Marino di Genova dal 2003 al 2008. Gli studiosi sotto la guida di Lucia Del Maestro hanno in questi 5 anni somministrato a 281 donne sotto cure chemioterapiche con un’età media di 39 anni la triptorelina. Si tratta di un farmaco ormonale ne ha la capacità di mettere le ovaie a riposo, in questo modo la funzione ovarica viene protetta durante le cure.
Gli studi hanno dimostrato che questo farmaco è davvero molto efficace. Pensate infatti che il 72,6% delle donne che sino no sottoposte a questa terapie hanno visto tornare le mestruazioni mentre solo il 64% delle donne che sono state curate solo con la chemio hanno ottenuto gli stessi risultati. Non solo, son state ben 11 le gravidanze registrate.
Ma la somministrazione di questo farmaco ormonale ha qualche effetto negativo? A quanto pare no. Non andrebbe infatti in alcun modo ad incidere sull’eventuale ritorno del tumore e non va a rende vani i benefici della chemioterapia che risulta efficace nello stesso identico modo.
Questi dati sono stati confermati anche da un analogo studio americano a seguito del quale infatti i trattamenti di questo genere sono stati inseriti tra le strategie per preservare la fertilità dell’ASCO, Associazione Americana di Oncologia.
Si tratta di una notizia davvero molto importante, di una notizia che finalmente offre delle speranze intense alle donne che nonostante la malattia sperano un giorno di poter avere un figlio. Speriamo allora che questa terapia entri nella routine di cure per le donne a alte di cancro, evitare di spegnere la speranza per un futuro migliore è importante e siamo sicuri che tutte le donne vorrebbero poter avere questa speranza in cui riporre tutti i propri sogni futuri.
Le donne che si ammalano quindi è bene che facciamo presenti questi studi ai loro medici e che facciano riferimento ad un centro specializzato, in questo modo potranno preservare la loro fertilità e sperare di avere un figlio anche dopo questa malattia.