L’infertilità e la fecondazione assistita

Parlare di inferitilità e di fecondazione assistita non è per nulla semplice. Prima di tutto perché non si parla solo di un problema di salute di molte donne ma perché si entra direttamente nel loro intimo, in una fragile sfera emotiva cui avvicinarsi con molta cautela, ed inoltre perché è molto facile entrare in ambiti relativi all’etica e alla deontologia professionale. È altresì vero, però, che non possiamo voltare lo sguardo a questo problema, perché sta diventando sempre più diffuso, coinvolgendo ben 45000 nuove coppie solo nel nostro Paese.

Sappiamo bene, infatti, che da qualche decennio a questa parte le nostre abitudini di vita sono radicalmente cambiate e questo ha portato all’evidenziarsi di alcune patologie, rispetto ad altre debellate o quasi del tutto scomparse rispetto al passato. Nel nostro modo di vivere quotidiano una donna può finalmente aspirare ad essere ciò che ha sempre desiderato, soprattutto dal punto di vista professionale. Tutto però ha un prezzo e, nella maggior parte dei casi, riuscire a farsi una posizione professionale equivale anche ed inevitabilmente a ritardare di diversi anni alcune tappe importanti della nostra vita, come il matrimonio e la nascita del primo figlio. Ormai l’età media delle donne sposate ed in attesa del primo figlio ha abbondantemente superato la quota dei 30 anni e, sebbene ci si senta in forma e pronte alla gravidanza (soprattutto psicologicamente), il nostro sistema riproduttivo non è più così fertile come durante i 20 anni.

A dimostrazione di quanto appena detto ci sono i dati oggettivi: ben una donna su tre ha problemi ad avere un bambino dopo i 35 anni e il 20% circa delle coppie in tutto il mondo ha problemi di infertilità. È vero, fortunatamente la scienza sta facendo passi da giganti nell’aiutare le coppie che hanno problemi di inferitilità, ma ancora tanto bisogna scoprire, per poter aumentare la percentuale di successo delle cure.

Diventare genitori si può

Attualmente la maggior parte delle coppie che devono fare i conti con il problema dell’infertilità si rivolgono a centri altamente specializzati e ricorrono a tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (note anche con la sigla di PMA). Le ultime frontiere di tali tecniche prevedono il cosiddetto approccio della farmaco genetica, che permettono una vera e propria personalizzazione della cura, con una stimolazione ovarica diversa a seconda della paziente e della sua problematica. Uno dei centri di eccellenza presenti sul territorio italiano è quello di Chianciano, dove, per la prima volta in Italia, si stanno applicando le tecniche di farmaco genetica, con evidenti risultati positivi. Nel centro, inoltre, sono attualmente in corso degli studi approfonditi per studiare la cosiddetta proteina SGK1 (acronimo di Serum and Glucocorticoid regulated Kinase), recentemente scoperta ed analizzata da ricercatori inglesi, la cui diversa concentrazione nel tessuto uterino di diverse pazienti può essere la cartina al tornasole per una gravidanza o un tentativo andato a vuoto. Pare, infatti, che una minore concentrazione di tale proteina equivarrebbe ad una maggiore probabilità di concepimento mentre in corrispondenza di alte percentuali vengano riscontrati frequenti casi di aborto spontaneo.

Non resta, dunque, che sperare che tali studi vadano avanti nel migliore dei modi, per garantire ad ogni coppia la sensazione unica e speciale di diventare genitori. Il consiglio che vi sentiamo di dare è di rivolgervi a centri altamente specializzati e qualificati, che possano comprendere la vostra situazione ed individuare la cura più idonea per il vostro problema.

In bocca al lupo a tutte!