Osteopatia: cos’è, come funziona e a cosa serve

Cos’è osteopatia? Come funziona l’osteopatia? A cosa serve l’osteopatia? Sempre più italiani si stanno rivolgendo all’Osteopatia, una tecnica praticata da un professionista chiamato osteopata. Gli osteopati sono iscritti in un apposito registro, il Roi, dove il paziente può verificare se si sta affidando ad un professionista serio. Il Roi – acronimo di registro degli osteopati d’Italia – ha altresì il compito di promuovere l’informazione e la ricerca.

Sebbene si basi sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (come anatomia, fisiologia, e così via) non prevede l’uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia. ‘osteopatia è un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento. Pone dunque l’enfasi sull’integrità strutturale e funzionale del corpo e sulla tendenza intrinseca del corpo ad auto-curarsi. Quindi l’osteopatia funge solo da sollecito a questa capacità innata dell’organismo.

Di seguito dunque rispondiamo alle domande più comuni: osteopatia cos’è; osteopatia come funziona; osteopatia controindicazioni. E così via.

Osteopatia storia

L’osteopatia è nata alla fine del 1800 negli Usa dall’intuizione di un medico americano, Andrew Taylor Still, il quale voleva capire perché alcuni problemi di salute non venissero risolti. Del resto stiamo parlando di un periodo nel quale molte medicine facevano più male che bene. Si utilizzavano sostanze pesanti come l’arsenico, l’olio di ricino, il whisky e l’oppio. Per non parlare del fatto che la chirurgia veniva spesso eseguita in maniera antigienica, provocando il decesso del paziente operato. Quindi, iniziò a sperimentare cure alternative come l’idropatia, la dieta, il bone setting (sistemazione ossea) e la guarigione magnetica.

Pertanto, intuì che bisognasse spostare l’attenzione diagnostica dalla ricerca della patologia a quella dei meccanismi che tengono in salute una persona. Pertanto, scoprì che c’era una relazione tra vari sistemi del nostro organismo: il sistema muscolo scheletrico, quello viscerale, quello di circolazione dei liquidi e quello nervoso. Ed arrivò alla conclusione che se c’era un problema su uno di questi sistemi, la cosa aveva ripercussione anche verso gli altri sistemi. I quali erano quindi interconnessi tra loro, provocando uno squilibrio all’interno dell’organismo. Definiva l’osteopatia come la regola del movimento, della materia e dello spirito. Dove gli ultimi due non possono manifestarsi senza il movimento. Gli osteopati affermano che il movimento è l’espressione stessa della vita.

Si rese poi conto che la riduzione di mobilità o il dolore presenti a livello del sistema muscolo scheletrico potessero essere il riflesso di uno squilibro presente anche in un altro sistema. Per capire quindi l’origine del dolore, l’osteopata pratica una palpazione chiamata in gergo medico palpazione percettiva. Mediante precise tecniche manuali è possibile liberare i tessuti in disfunzione al fine di ripristinare una corretta mobilità attraverso il ripristino di una condizione fisiologica che consenta di ristabilire lo stato di salute. Still ha dunque lanciato un sasso nello stagno, che poi le ricerche mediche hanno sviluppato successivamente.

L’osteopatia giunse in Europa solo a metà del secolo scorso. Inizialmente si notò che l’osteopatia aveva successo sulla lombalgia, la quale poteva essere causata anche da un disequilibrio che non partisse dalla colonna vertebrale come si riteneva fino ad allora.

Osteopatia cos’è

L’osteopatia analizza tutta la persona andando a risalire a cosa potesse causare il dolore. Oggi l’osteopatia va ad occuparsi di molte disfunzioni del nostro organismo, tramite una collaborazione tra medici e fisioterapisti. Il dolore cronico o la riduzione di mobilità possono nascondere altro. L’osteopata cerca quindi la “disfunzione somatica”, manipolando specificamente e a livello personalizzato il paziente per rimuovere la disfunzione. La quale potrebbe partire da tutt’altra zona rispetto al problema lamentato dal paziente.

Le tecniche “manuali” vanno dalla pressione tattile leggera o profonda alle manipolazioni delle articolazioni. L’osteopatia trova una vasta applicazione, dato che tratta le affezioni che interessano l’apparato neuro-muscolo-scheletrico e viscerale.

Osteopatia cosa cura

L’osteopatia cura le affezioni di tipo muscolo-scheletrico. Essendo di tipo olistico, questa terapia va ad intervenire sullo squilibrio che si crea. Mettiamo il caso che io abbia i muscoli del collo contratti, allora proverò dei dolori e faticherò a muovere la testa. L’osteopata quindi andrà a riequilibrare la funzionalità dei muscoli cervicali con determinati trattamenti manuali.

Dunque, cosa cura l’osteopatia? Questi sintomi:

  • dolori di tipo cervicale, lombare, dorsale
  • distorsioni alle caviglie e alle ginocchia
  • tendiniti, blocchi articolari, contratture
  • scoliosi, iperlordosi, ipercifosi, asimmetrie del bacino e della colonna
  • artrosi alle articolazioni, protrusioni, ernie al disco, discopatie
  • tunnel carpale, tunnel di Guyon
  • dolore al coccige
  • reumatismi
  • vari tipi di traumi
  • emicranie, cefalee
  • problematiche ad occhio ed orecchio come acufeni, vertigini, otiti, riniti, nevralgie, dolori retro-oculari
  • stanchezza cronica, astenia
  • disturbi del sonno
  • stress psico-emozionali, alterazioni dell’umore, ansia
  • disturbi dell’equilibrio
  • dolori all’articolazione temporo-mandibolari
  • dolori dipendente dalla malocclusione e difficoltà a masticare
  • bruxismo (quando specie di notte si stringono o degrignano i denti)
  • dolori alla mandibola che arrivano all’orecchio e irradiati
  • colon irritabile, stitichezza (stipsi), irregolarità dell’intestino
  • difficoltà a digerire, reflusso gastro-esofageo, gastriti
  • ciclo mestruale doloroso e/o irregolare

Per quanto riguarda le donne in gravidanza, può risolvere l’insorgenza di determinati problemi come:

  • edema agli arti inferiori, problemi circolatori degli arti superiori ed inferiori, congestioni venose
  • dolori lombari e inguinali;
  • lombosciatalgie;
  • problemi a digerire
  • incontinenza;
  • cefalee
  • depressione post-parto, alterazione dell’umore, stanchezza cronica, stress
  • emorroidi.

Osteopatia come funziona

Per capire come funziona l’osteopatia, occorre capire come si svolge una visita. In primis, l’osteopata pone una serie di domande al paziente al fine di comprendere se il problema gli può competere o se il paziente debba rivolgersi ad un altro tipo di medico o professionista. Se ritiene che il problema gli competa, l’osteopata effettua una valutazione con test attivi e passivi di mobilità sul paziente, per poi mettere in pratica un trattamento vero e proprio. Le tecniche possono essere varie e variano a seconda del caso. E sarà compito dell’osteopata trovare quella più inerente al caso specifico. Effettuerà quindi una diagnosi della disfunzione somatica, valuterà quale potrebbe essere la causa del problema, se è di sua competenza, come e quanto tempo può richiedere la sua soluzione.

Le tecniche osteopatiche sono:

  • cranio-sacrali: questa tecnica ripristina il meccanismo di respirazione primaria andando ad agire sulle strutture ossee, legamentose, muscolari e fasciali del cranio e del sacro. Quindi, questo tipo di tecnica agisce sul movimento di congruenza fra le ossa del cranio e il sacro, ristabilendone il normale “meccanismo respiratorio primario”. Il quale è frutto di una combine tra parti ossee, legamentose, muscolari, e fasciali; al fine di consentire il riequilibrio e l’armonia delle funzioni craniosacrali. Si finisce così per agire in particolare sulla vitalità dell’organismo, fondamentale per permettere agli esseri viventi di reagire con efficacia a quegli eventi di disturbo esogeni ed endogeni rispetto all’organismo
  • viscerali: consentono all’organo di ritrovare la propria motilità e il proprio corretto riequilibrio dell’influenza viscero-scheletrica. I visceri si muovono in modo specifico sotto l’influenza della pressione diaframmatica. Questa dinamica viscerale può essere modificata (si parla allora di una restrizione di mobilità) o scomparire del tutto. Applicando una tecnica precisa, l’osteopatia permette all’organo di trovare la sua fisiologia naturale, correggendo quei disordini sopraggiunti. In più, esiste da un punto di vista anatomico e funzionale una relazione tra i visceri e la struttura muscolo-scheletrica. Ciò significa che una disunzione della colonna vertebrale (appunto la struttura muscolo-scheletrica), può influenzare uno o più visceri e viceversa. Ciò si traduce nel fatto che chi soffre di mal di schiena può riscontrare problemi di mobilità del fegato, del colon, del rene o dell’utero. Quindi, mediante trattamento osteopatico mirato all’addome e al diaframma, si ristabilisce una buona mobilità viscerale
  • strutturali: riportano la corretta funzionalità delle articolazioni
  • articolatoria: a differenza della tecnica strutturale, utilizzata per trattare le affezioni articolari, con questa tecnica l’articolazione viene manipolata e mossa in modo dolce e lento. Serve per migliorare la mobilità articolare ed il recupero del ruolo fisiologico dell’articolazione.
  • fasciale: tratta le fasce muscolari e i disturbi ad esse correlati. Consta in un insieme di trazioni, manipolazioni e compressioni che hanno lo scopo di bilanciare e risolvere le tensioni a livello delle fasce muscolari.
  • ad energia muscolare: tratta anch’essa i problemi a livello muscolare ma se ne differisce in quanto se la precedente consiste nello scioglimento delle tensioni muscolari, questa tecnica prevede che la manipolazione stimoli una contrazione muscolare al fine di risolvere il problema
  • linfatica: le manipolazioni riguardano i punti cardine del sistema linfatico per migliorare la circolazione della linfa e ripristinare l’equilibrio del corpo
  • per i tessuti molli: utilizza compressioni, pressioni, trazioni e stretching, al fine di ottenere un effetto meccanico, sia sulla circolazione linfatica che sulla circolazione sanguigna. Per ottenere anche un effetto positivo a livello neurologico.

L’osteopatia può interagire anche con altre terapie. Quindi, si può continuare a prendere farmaci, a sottoporsi ad altre terapie fisiche (come fisioterapia, agopuntura, shiatzu), alimentari (particolari tipi di diete) o sostegni psicologici (sedute dal psicologo, couseling, ecc.). L’importante è dirlo all’osteopata, che valuterà il miglior modo per farle interagire tra loro.

Osteopatia quanto ci vuole

Quanto dura una terapia di osteopatia? Naturalmente non è possibile dare un lasso di tempo che vada bene per tutti. Dipende dal tipo di patologia, dalle condizioni del soggetto, dalla capacità di risposta del paziente, dalla bravura dell’osteopata. In genere, i primi risultati vengono riscontrati dopo 3 o 4 sedute (in genere a cadenza settimanale). Ma ripetiamo che tutto dipende dai fattori succitati. Sebbene si parta da una cadenza settimanale delle sedute, quando il paziente fa registrare netti miglioramenti esse diventano a cadenza quindicinale, mensile e trimestrale o quadrimestrale. Poi risolto il problema, si va annualmente per un controllo di routine.

Osteopatia come prevenzione

L’osteopatia però è una tecnica che non deve essere vista solo come risoluzione di un problema, ma anche per la sua prevenzione. Sottoporre bambini ed adolescenti può aiutare a prevenire sintomi come le plagiocefalie, i disturbi dello sviluppo neuro-evolutivo, problemi relativi alla postura, le malattie respiratorie più ricorrenti, problemi legati alle asimmetrie della colonna vertebrale.

Osteopatia: chi può sottoporsi ?

Tutte le fasce d’età. Se nei minorenni diventa utile per prevenire determinati squilibri e patologie, può essere molto utile anche per adulti, per gli anziani e per le donne in gravidanza. Quanto a queste ultime, vedono modificarsi i propri volumi, cambiare la postura e quindi ridurre la mobilità della colonna.

Osteopatia: è dolorosa?

L’osteopatia può risultare un po’ fastidiosa o finanche dolorosa se si è in presenza di infiammazioni. Sarà bravura dell’osteopata individuare le tecniche migliori per non far sentire dolore al paziente.

Osteopatia controindicazioni

Sebbene non preveda la somministrazione di farmaci, l’osteopatia pure presenta delle controindicazioni. Quali sono? E’ da evitare quando nel paziente sono presenti danni biologici accertati. Si pensi a ferite, fratture ossee, patologie genetiche o oncologiche. In questi casi, agire manualmente con esercizi fisici o palpazioni può aggravare tali danni.

Osteopatia, come funziona ROI

Non esiste ancora un albo per gli osteopati, ma solo un registro: il succitato ROI. Una sorta di associazione, che sopperisce ad un ritardo normativo. Malgrado, come detto, ormai da un quindicennio l’OMS abbia riconosciuto questa tecnica. Gli omeopati si sono dati un codice etico, dei criteri di formazione condivisi da tutti gli stati europei, stimolano la ricerca e la diffusione dell’informazione. Il Roi esiste ormai da un trentennio e se prima erano in pochi gli iscritti, ora sono tanti, speranzosi che la figura professionale dell’osteopata sia riconosciuta per legge. Del resto, sono ormai tanti i cittadini che si rivolgono all’osteopatia.

Osteopatia legale in Italia?

L’osteopatia è stata riconosciuta dall’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – nel 2002 tra le Medicine Non Convenzionali. L’OMS mira ad avviare politiche nazionali per integrare le medicine non convenzionali nel sistema sanitario, e ad uniformare le legislazioni nazionali tra loro. In Italia le legislazioni vigenti non sono ancora allineate alle direttive dell’Oms. E un riconoscimento di questa terapia è ancora in fase di discussione in Parlamento. Quindi, l’Osteopatia non è ancora riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale del nostro Paese. Come invece già accade da tempo in Paesi quali Inghilterra, Belgio, Francia (dove l’osteopatia è stata addirittura equiparata alla medicina ufficiale), Finlandia, Svizzera, USA, Canada, Australia. Ai quali presto si aggiungeranno altri Paesi.

Comunque, malgrado questo vuoto legislativo gli osteopati sono registrati in un apposito registro, sono riuniti in associazioni e sindacati di categoria, allineati a quelli di livello europeo. Impongono un codice deontologico a cui attenersi. Il CSdO – acronimo di Consiglio Superiore di Osteopatia – rappresenta l’osteopatia in Italia e riunisce le principali associazioni di professionisti italiane. Si pensi a AIMM, AMOI, FeSIOs, ROI, UPOI.

Comunque, dato che in Italia in tanti si spacciano pure per medici e professionisti per cui è previsto apposito albo, ovviamente il rischio che accada lo stesso per gli omeopati è molto alto. Pertanto, assicuratevi che l’omeopata che vi sta seguendo sia registrato al Roi, sia laureato in ambito medico-sanitario o in Scienze Motorie, abbia seguito un corso part-time di 6 anni, o full-time di 5 anni (che preveda 1800 ore di apprendimento annuale). Abbia altresì svolto un tirocinio clinico, superato gli esami annuali e l’esame finale del corso. Tale corso di formazione è in linea con gli standard europei, anche per far sì che gli istituti di formazione di altri Paesi riconoscano gli osteopati italiani.

Osteopatia, chi è Taylor Still

Abbiamo detto che il padre fondatore dell’Osteopatia è Andrew Taylor Still, vissuto tra il Kansas ed il Missouri (1828-1917), deluso dalla medicina tradizionale e dal suo insuccesso nel trattare certe condizioni patologiche. Still, dopo essere stato uno dei co-fondatori della Baker University, la più antica università quadriennale nello stato del Kansas, ha ideato una scuola dell’osteopatia – la American School of Osteopathy (ora A.T. Still University), la prima scuola medica osteopatica del mondo, a Kirksville nel Missouri – trasmettendo ai suoi allievi i principi che sono alla base del concetto osteopatico. Il primo e più importante, è quello di iniziare ogni seduta con un paziente immaginando e soprattutto visualizzando sempre un corpo con tutte le sue parti in armonia. Solo così potremmo capire realmente cosa non va nel paziente e portando così i suoi sistemi interconnessi a funzionare in maniera ottimale.

Per fare ciò è necessario conoscere il corpo umano nel suo insieme, nelle connessioni tra i vari sistemi e parti, così da permetterci di capire quali siano le condizioni che impediscono al paziente il ritorno alla salute. Egli arrivò a queste conclusioni dopo sette anni di pratica medica, nella quale si accorse che alcuni pazienti guarivano dopo le sue cure, altri morivano, altri ancora guarivano da soli. Pensò così al corpo umano come ad una macchina composta da supporti, cinghie, pulegge e tubi di scarico. Vedeva quindi i suoi pazienti come macchine che dovevano funzionare alla perfezione, e per fare ciò dovevano esserci vari metodi. Lavorò molti anni su questo sistema e ottenne dei risultati sui pazienti. Scoprii connessioni articolari per problemi al capo, alla gola, all’addome, alla pelvi e agli arti.

Il Dottor Still nacque in Virginia, figlio di un pastore metodista e medico. Di cui seguì le orme. Dopo essersi laureato in medicina, divenne assistente del padre, per poi partecipare alla guerra civile americana come assistente ospedaliero. Ma di fatto, per sua stessa ammissione, anche come vero e proprio chirurgo. L’assistente ospedaliero si occupava di varie cose, tra cui la gestione dei magazzini dell’ospedale, dei rifornimenti e delle forniture per i malati. Potevano anche fare prescrizioni mediche e fungere da medici quando essi non c’erano.

Con la fine della guerra civile, la morte della moglie, di uno dei suoi tre figli, e di un bambino adottato, arrivò alla conclusione che spesso la medicina tradizionale fosse inefficace. Così si impegno per trent’anni a trovare metodi alternativi, adottando altresì le idee spiritualiste che mantennero sempre un ruolo importante nel suo pensiero. Egli infatti riteneva che Dio avesse creato una macchina perfetta e stava agli esseri umani riparlarla e non danneggiarla affinché rimanesse efficiente fino ad età avanzata.

Oltre alla medicina ed aver partecipato alla guerra, Taylor Still fu anche attivo nel movimento abolizionista e attivo contro la schiavitù. Contribuì così al Kansas-Nebraska Act del 1854, che sancì che i coloni in questi due territori potevano decidere la questione in maniera autonoma. Nel 1857, Still e i suoi fratelli parteciparono alle sanguinose Bleeding Kansas Battles, una guerra civile che aveva come disputa proprio l’abolizione o il mantenimento della schiavitù. Alla fine la spuntarono i liberazionisti e il Kansas fu ammesso all’Unione come stato libero il 29 gennaio 1861. pensiamo che se Still fosse morto in quella guerra, oggi non avremo l’osteopatia.

Il dottor Taylor Still aveva anche un’altra grande passione, oltre alla medicina e alla difesa dei diritti civili: i macchinari. Tanto che nel 1870, brevettò una migliore zangola per il burro. Apportò anche migliorie per una macchina per la mietitura del grano e del fieno. Tuttavia, la sua idea fu rubata da un rappresentante commerciale in visita da parte della Wood Mowing Machine Co. Peccato, avremo avuto il suo nome anche lì. Dopo quarant’anni, arrivò a brevettare un forno bruciatore senza fumo, ma gli fu difficile produrre un modello in scala 1:1. Poi quell’anno, il 1910, morì anche sua moglie, Mary Elvira e non trovò più la forza e la voglia di proseguire nella sua invenzione.

Per la realizzazione della Baker University, insieme a suo fratello donò 640 acri di terra per i campus universitari. Si impegnò parallelamente al suo impegno medico anche alla realizzazione della struttura dell’ateneo. In quel periodo fu anche eletto rappresentante della contea di Douglas, negli anni che come detto lo videro politicamente impegnato contro la schiavitù.

Nel 2013, il dottor Taylor Still padre dell’osteopatia fu iscritto alla Hall of Famous Missourians. Il suo busto bronzeo viene esposto in maniera permanente insieme ad altri 48 nel Missouri State Capitol sito a Jefferson City. E’ stato scelto tramite votazione, ricevendo più del 38% dei voti, distaccando di molto tutti gli altri illustri concorrenti.