Capita spesso che i bambini si sveglino di soprassalto nel cuore della notte. Sono visibilmente agitati, spesso sudati, e sono preda di una vera e propria crisi di pianto. Stanno ancora dormendo, o quantomeno i loro occhi sono chiusi. Ma a dire la verità non è possibile parlare realmente di sonno, è più una situazione di dormiveglia. Molti genitori credono che si tratti di un episodio sporadico, magari di una reazione ad un brutto sogno. In molti casi effettivamente è così, ma in molti altri può trattarsi di pavor nocturnos o terrore notturno. Si tratta di un disturbo piuttosto frequente nei bambini dai 3 ai 10 anni, di un disturbo che non deve essere sottovalutato e che è bene trattare con le dovute precauzioni.
Il terrore notturno in cui i bambini possono incorrere è una sorta di risveglio parziale dal sonno. Oltre ai sintomi di cui vi abbiamo sopra parlato sono solitamente presenti anche tachicardia e respiro accelerato. Il colorito potrebbe apparire inoltre più pallido del normale. Ciò che lo contraddistingue è soprattutto il fatto che non si riesce a consolare il bambino in alcun modo e che anzi eventuali stimoli potrebbero portare questa sua reazione a peggiorare ancora di più. Nel caso in cui il bambino venga svegliato c’è la possibilità che almeno per qualche istante appaia del tutto disorientato, come se non riuscisse a capire dove si trova e come se non riuscisse a riconoscere neanche mamma e papà. Al mattino il bambino non avrà alcun ricordo di quanto accaduto. Sono tutte queste caratteristiche che dovrebbero mettere in allarme i genitori e far loro comprendere che la situazione è ben più complessa di un semplice brutto sogno.
Il pavor nocturnus può avere varie cause. Spesso è associato all’asma o alle apnee, al reflusso gastroesofageo, allo stress, alla vescica piena, a pasti troppo abbondanti. Può essere associato anche da eventi accaduti nei giorni precedenti, magari un evento particolarmente stressante o violento, magari uno spettacolo o una fiaba che ha colpito in modo sin troppo intenso la loro emotività. Secondo alcuni specialisti potrebbero anche esserci delle cause genetiche. Se è piuttosto difficile insomma stabilire quale sia la causa di questa condizione, tutti i medici concordano sul fatto che non c’è poi molto da fare per aiutare i bambini a superarla. Si tratta infatti di una condizione che tende a scomparire mano a mano che il bambino cresce.
I genitori devono solo prestare attenzione a non interagire in modo eccessivo con il bambino durante il pavor nocturnus perché potrebbe rendere più intensa la crisi. Non dovrebbero quindi toccarlo e non dovrebbero svegliarlo. Dovrebbero solo cercare di parlargli sottovoce, con naturalezza e con quanta più tranquillità possibile per cercare di permettergli di ritrovare la calma.
Consigliamo ai genitori di coprire eventuali spigoli presenti vicino al bambino e di rendere il suo ambiente quanto più sicuro possibile. I movimenti infatti potrebbero essere piuttosto incontrollati durante il pavor nocturnus, cosa questa pericolosa soprattutto nel caso dei bambini più grandicelli che difficilmente sarà possibile tenere fermi.