Psoriasi: cosa è e come si cura

Con il termine psoriasi si individua una malattia infiammatoria cronica della pelle, nonché recidivante. Fortemente antiestetica, può avere anche gravi ripercussioni sulla vita sociale di chi ne soffre, in quanto può tendere all’isolamento. Non è però infettiva né contagiosa. Non è collegata a particolari fasce d’età o generi; sebbene si concentri soprattutto su una popolazione che va dai 15 ai 50 anni. Mentre per il genere l’incidenza varia molto da Paese a Paese e si può dire, statistiche alla mano, che sia tanto diffusa quanto più il Paese sia lontano dall’Equatore. La causa non è ancora certa, sebbene si dia molto credito ai fattori genetici, seguiti da quelli anti autoimmunitari e ambientali. Sembra poi che chi ne soffra, sia maggiormente a rischio di malattie cardiovascolari, tra cui ictus e infarto.

Vediamo di seguito meglio cos’è la psoriasi, la sua storia scientifica, le possibili cure.

La Psoriasi nella storia

La psoriasi è conosciuta fin dai tempi antichi, tanto che il suo nome appare per la prima volta nei testi babilonesi, nella Bibbia e poi in quelli dei filosofi greci. Anche se per secoli confusa con scabbia e peste. Per essere curata venivano consigliati fanghi ed acque sulfuree. Sebbene solo a partire dall’ottocento è arrivata una definizione più precisa di questa malattia cutanea, grazie agli studi del dermatologo austriaco Ferdinand von Hebra, non a caso fondatore della nuova scuola viennese di dermatologia. Fu lui a coniare la denominazione di Psoriasi, che deriva dal termine greco psora, ossia prurito. Von Hebra ne parla chiaramente nel suo libro Atlante delle malattie della pelle.

Anche la cura della psoriasi è rimasta per millenni grossolana e sperimentali. Ad esempio, gli antichi egiziani provavano con cure a base di catrame ed escrementi di cani, gatti e di altri animali. Nel corso dei secoli, si è provato con acque sulfuree, urina, sali marini e perfino bevande a base di brodo di vipera. Verso la metà del 1700, specialmente nel Regno Unito, si prepara una cura con impacchi a base di mercurio, sostanza però tossica per l’organismo. Ciò nonostante, il mercurio sarà a lungo la base per paste ed unguenti per il trattamento di malattie cutanee. Negli ultimi secoli si è provato anche con il rame e perfino con l’arseniato di potassio. Altamente tossico e cancerogeno e ancora oggi usato. Nel corso del ‘900 si è provato anche con radiazioni X morbide, alquanto efficaci. Poi sostituite dagli attuali raggi ultravioletti.

Quali sono le cause della Psoriasi

Cosa scatena la psoriasi? Le ipotesi scientifiche sono due:

  • eccessiva crescita e riproduzione delle cellule della pelle. Quindi sarebbe un disturbo dell’epidermide e dei cheratinociti;
  • disordine immuno-mediato. L’eccessiva riproduzione delle cutanee è secondario a fattori prodotti dal sistema immunitario.

Il meccanismo alla base di questa malattia della pelle vede i linfociti T, fondamentali nella immunità cellulo-mediata, migrare verso il derma, innescando il rilascio di citochine. Le quali causano infiammazione e riproduzione rapida di cellule della pelle. Tuttavia, sono ancora ignoti i fattori che innescano il comportamento anomalo dei linfociti T.

Sta di fatto che la psoriasi sembri una malattia di tipo idiosincrasico. Infatti, chi ne è affetto nota che la pelle peggiori o migliori senza motivi apparenti. Le ricerche effettuate si basano sempre su campioni ridotti e spesso si contraddicono tra loro. Generalmente, i fattori scatenanti possono essere stress fisico o mentale; un trauma o lesioni subite dalla pelle; infezioni soventi da streptococco; reazioni cutanee all’assunzione di determinati farmaci.

Sono tre i fattori maggiormente additati:

Fattori ereditari

Inizialmente, si riteneva che i fattori ereditari fossero la causa principale, addirittura del 60%. Nel 1972 Watson propose un modello di ereditarietà multifattoriale, ossia dell’esigenza che per verificarsi la psoriasi fossero necessari più fattori genetici e più fattori ambientali. Infatti, nel suo studio veniva evidenziato come l’incidenza della psoriasi in figli di genitori senza psoriasi, fosse del 7,8%. Percentuale che aumentava più del doppio (16,4%) quando un solo genitore ne era affetto. Arrivando ad una incidenza del 50% se ne sono affetti entrambi i genitori. Progressivamente si abbassa poi anche l’età di insorgenza della malattia della pelle.

Recenti studi sui cromosomi, hanno identificato nove loci (posizioni) su cromosomi diversi associati alla psoriasi. I loci suscettibili della psoriasi sono stati identificati con il codice PSORS e vanno da 1 a 9. Il fattore chiave è stato individuato in PSORS1, che dà conto del 35-50% della ereditarietà della psoriasi. Si trova sul cromosoma 6.

Tuttavia, altri geni sono coinvolti in alcune caratteristiche varianti della psoriasi. Alcuni di essi fungono da mediatori dell’infiammazione avendo come obiettivo alcune cellule del sistema immunitario. Nel 2012 è stato individuato il primo gene direttamente collegato alla psoriasi.

Le infezioni

Questa patologia dermatologica viene sovente preceduta da infezioni sostenute da streptococco α-emolitico, stafilococco aureo ed altri batteri. Ma anche infezioni virali come varicella e candida. Pertanto, la psoriasi diventa una reazione postuma della cute a tali infezioni.

Fattori immunitari

La scienza non ha ancora individuato in modo certo un antigene esterno che agisca come avviene in una tipica malattia autoimmune. In effetti, le ricerche fin qui eseguite hanno già individuato molte delle cellule immunitarie coinvolte nell’insorgere di questa malattia. Come d’altronde parecchie delle sostanze attive e dei segnali chimici che le cellule inviano tra loro per coordinare il processo infiammatorio. Alla sua conclusione, le cellule dendritiche ed i linfociti T, passano dal derma alla epidermide, continuando a secernere segnali chimici che portano all’infiammazione.

4Fattori autoimmuni

In una buona percentuale di pazienti affetti da questa malattia della pelle, è stato rivelato come essa produca anticorpi contro la gliadina, attivando la risposta linfocitaria. Tali pazienti dimostrano anche di ridurne i sintomi con una dieta priva di glutine.

Si riconoscono più forme di psoriasi: la psoriasi pustolosa e forme non pustolose tra cui la psoriasi a placche (circa l’80% delle forme di psoriasi), guttata, inversa ed eritrodermica.

Tipi di psoriasi

Esistono vari tipi di psoriasi in base alla gravità con cui si presentano. In base alla sua diffusione sul corpo può essere classificata in 3 tipi:

  • leggera: se diffusa in meno del 3% del corpo;
  • moderata: dal 3 al 10%;
  • grave: oltre il 10%.

Dal punto di vista della forma delle macchie, viene invece classificata in:

  • pustolosa: riguarda tre casi su cento ed è costituita da aree di pustole sensibili, provocando lesioni dolorose e invalidanti. In genere le macchie riguardano unghie ed articolazioni;
  • eritrodermica: come la precedente, riguarda tre casi su cento. In questo caso si tratta di macchie grandi, infiammate, eritematose su gran parte della superficie corporea. Provoca spesso prurito intenso, dolore e bruciore;
  • inversa: leggermente superiore agli altri casi, il quattro percento. Si presenta con aree lisce ed asciutte infiammate ed arrossate. Non presenta la desquamazione e appare su ascelle, sotto il seno, inguine, natiche e nei pressi dei genitali;
  • guttata: più frequente delle precedenti, il dieci percento dei casi. Si presenta con papule singole, piccole, rosse e desquamanti. Appare sulla parte superiore del tronco, sugli arti e a volte sul cuoio capelluto. Meno squamosa, sovente correlata ad infezioni come tonsillite e faringite da streptococchi. I casi si concentrano soprattutto tra bambini ed adolescenti;
  • placche: la forma di psoriasi più diffusa: otto casi su dieci. Appare in forma di placche rosse, circoscritte, ricoperte da squame bianco-argentee. Le regioni coinvolge sono ginocchia, gomiti, cuoio capelluto.

Altre forme meno diffuse:

  • nummulare (a moneta)
  • pustolosa palmare e plantare
  • pustolosa anulare
  • seborroica
  • oculare
  • cuoio capelluto
  • delle mucose
  • onicopsoriasi
  • pustolosa localizzata
  • pustolosa generalizzata

Sintomi della psoriasi

Generalmente, questa malattia della pelle si presenta comunemente con papule e placche eritematose ben delimitate ricoperte di scaglie argentee o opalescenti. I tipi di lesioni variano a seconda del tipo di psoriasi, così come la desquamazione, le esfoliazioni e le eruzioni debilitanti. A differenza di quanto si pensi, il prurito non è sempre presente.

Dove si forma maggiormente la psoriasi

Le aree del corpo più colpite da questa patologia cutanea sono unghie (fino al 50% dei casi), gomito, ginocchio, zona lombo-sacrale. Meno diffusa nelle aree di flessione degli arti, sui genitali, sulla pianta dei piedi e il palmo delle mani. Un caso su tre fino alla metà dei casi, presenta degenerazioni delle unghie. Possono apparire anche lesioni lineari. Nella forma a placche la cute si accumula rapidamente e assume un aspetto squamoso di colore bianco-argenteo. Un malato di psoriasi su tre sviluppa dopo anche l’artrite psoriasica. I sintomi di quest’ultima più frequenti sono rappresentati da gonfiore e dolore nelle articolazioni. Può degenerare fino a causare infiammazioni nell’articolazione con conseguenti alterazioni a carico dei segmenti ossei interessati.

Come si cura la psoriasi

Il trattamento di questa patologia cutanea varia a seconda della gravità della psoriasi. Ecco le quattro forme di cura più utilizzate:

Terapia locale

La forma a placche viene trattata con il calcipotriolo e con farmaci steroidei come il betametasone. I farmaci generalmente includono vaselina, creme idratanti, bagni con sali di magnesio, unguenti contenenti olii essenziali vegetali. Il tutto per combattere secchezza della cute e desquamazioni. Molto efficace sono l’acido salicilico e il cortisone, quest’ultimo però oggetto di controindicazioni. Aiutano anche il catrame nelle sue varie forme ma possono rivelarsi irritanti. Pertanto se ne consiglia un uso per brevi periodi. Interessante è anche l’efficacia della crisarobina, un prodotto vegetale estratto dall’Andira araroba, ma può interferire con il DNA.

Sta prendendo sempre più piede in Italia anche l’ittioterapia. Vengono fatte immergere gli arti o i piedi interessati dalla psoriasi in acqua dove è presente il Garra rufa, un piccolo pesce d’acqua dolce diffuso in Medio Oriente. Soprattutto in Turchia, Siria, Giordania e nei fiumi Tigri ed Eufrate. Popolano fiumi, lagune, canali e stagni. In pratica si lascia che i pesci mangino le squame e la pelle morta delle zone colpite.

Foto-chemioterapia

La forma primitiva di questa cura è stata l’esposizione della pelle alla luce del sole. Col tempo poi sono state sviluppate speciali lampade ultraviolette a banda stretta. Sono programmabili nella graduazione e nel loro spegnimento, per evitare danni alla pelle. Alternativa è la PUVA terapia, che combina psoraleni ingeriti con radiazioni ultraviolette A (UVA). Questo trattamento però è pericoloso, in quanto comporta un comprovato rischio di insorgenza di cancro cutaneo, specie se protratto nel tempo.

Terapia sistematica

Destinato a chi ha una psoriasi grave o comunque estesa. E quanto le altre cure si sono mostrate inefficaci. Deve essere altresì preceduta da test ematochimici e di funzionalità epatica. I farmaci utilizzati in questo trattamento sono il metotrexate, la ciclosporina A ed i retinoidi (acitretina e etretinato).

Il periodo di cura non dovrebbe superare sei mesi, ripetibili dopo un tot di tempo. I farmaci prescritti generalmente sono:

  • ciclosporina A
  • methotrexate
  • etretinato
  • acitretina (in alcuni Stati ha sostituito il primo)

Farmaci biologici

I farmaci biologici hanno fatto molti progressi, rappresentando ad oggi una efficace terapia senza tossicità per gli organi. Quindi molto indicati per terapie a lungo termine. Sono anche molto selettivi e circoscritti nella loro efficacia. Infatti, essendo ottenuti attraverso le tecniche del DNA ricombinante, agiscono su specifiche molecole attivate nella psoriasi.

La loro somministrazione avviene mediante iniezioni sottocutanee o infusione endovenosa e può essere diluita nel tempo con intervalli tra un trattamento e l’altro che vanno da una settimana a dodici settimane. Certo, anche qui esistono controindicazioni e limitazioni. Ai pazienti affetti da neoplasia sono ad esempio sconsigliati i farmaci biologici. Mentre l’efficacia è ridotta nei soggetti obesi.

Psoriasi, cibi consigliati e sconsigliati

Per mitigare questa malattia cutanea, alcuni cibi sono più consigliati, altri sconsigliati. Quali alimenti mangiare in caso di psoriasi? Sicuramente gli alimenti vegetali freschi come frutta e verdure di stagione, specie quelli a km zero. Gli alimenti devono essere ricchi di fibre come cereali integrali e legumi, mandorle, noci, nocciole, pinoli. Ad essi vanno sommati il pesce, soprattutto quello azzurro, come sardine, sgombri, aringhe. Perché ricchi di acidi grassi omega-3.

Quali alimenti sono invece sconsigliati per chi è affetto da psoriasi? Quelli ricchi di glutine (pane, pasta, ecc.). Nel sangue dei pazienti con psoriasi sono stati infatti isolati proprio gli anticorpi contro la gliadina, componente del glutine.

Il caso della sorgente del Riullo ad Acerra

A proposito di psoriasi, curioso è il caso della sorgente del Riullo, affluente del fiume Clanio, le cui sorgive sono misteriosamente scomparse nel 1985. Misteriosamente fino ad un certo punto, poiché sono scomparse con la nascita di impianti industriali nelle circostanze. Il Riullo si trova ad Acerra, Comune a Nord di Napoli tristemente collocato nella cosiddetta Terra dei fuochi. Area così definita poiché oggetto in passato di sversamenti di rifiuti tossici provenienti anche dalle industrie settentrionali e di costanti roghi altrettanto poco salubri.

In questi anni il Riullo ha rifatto la sua comparsa dopo una decina di anni. L’ultima volta accadde nell’aprile del 2006, ma solo per qualche mese i cittadini si sono organizzati e hanno fatto sì che l’area circostante diventasse una zona tutelata, rimuovendo erbacce e rifiuti e adatta a pic-nic e tempo libero. E rendendo la strada per raggiungerlo nuovamente percorribili. Del resto, parliamo anche di un’area di interesse storico, visto che in zona ci sono anche reperti archeologici romani. I romani infatti già ne conoscevano e sfruttavano le doti curative.

Già, le doti curative. Sono varie infatti le testimonianze. Come quella di una bambina che grazie al fatto che giocasse nelle sue acque sulfuree, abbia visto scomparire le piaghe che gli deturpavano gli arti. Anche chi soffre di psoriasi va a bagnarsi nella sorgente anche due volte al giorno per avere sollievo. E sembra con effetti sorprendenti. C’è chi ci si reca per guarire da ustioni e scottature e chi perfino per curare i propri animali domestici afflitti da piaghe. Laddove non è arrivata la medicina contro la psoriasi, magari può un’acqua sorgiva. Peccato solo che il Riullo appaia sporadicamente. Potrebbe trasformare Acerra in una nuova Lourdes.

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