Scarlattina: sintomi e cure

Spesso abbiamo sentito parlare di scarlattina, una malattia infettiva di tipo esantematico (cioè che dà vita ad eruzioni cutanee, proprio come morbillo, rosolia, varicella) in grado di colpire sia bambini che adulti. E’ infatti molto diffusa tra i minori di 12 anni, proprio perché favorita dalla frequentazione di luoghi pubblici come asili, scuole, palestre e così via. Inoltre, può essere contratta anche da adulti e il fatto di averla già patita non rende immuni dal rischio di ricontrarla. Tuttavia, solo la prima volta ci sarà la comparsa di macchie. E’ sufficiente infatti il contatto con persone infette dal batterio Streptococco beta emolitico (gruppo A), fattore principale scatenante la patologia.

Purtroppo non esiste un vaccino e quindi la prevenzione diventa fondamentale. In realtà, George e Gladys Dick negli anni venti del 900 ne realizzarono uno, ma non fu mai messo in commercio poiché scarsamente efficace e perché fu ideata successivamente la penicillina nel 1940. Di seguito vediamo i sintomi, le cure per alleviarla e come prevenirla.

Quali sono i sintomi della scarlattina

I sintomi principali della scarlattina sono febbre e sfogo cutaneo con la comparsa di piccole macchie rosse molto fitte e ruvide. Le prime aree del corpo interessate dalla scarlattina sono collo, ascelle e inguine. Poi al massimo entro due giorni si estendono per tutto il corpo. Perfino la lingua ne è interessata, col formarsi di puntini rossi su una patina bianca. Infatti, si parla di lingua a fragola bianca, proprio perché rievoca vagamente il frutto. Per quanto riguarda il viso, invece, compare la cosiddetta “maschera scarlattinosa”, proprio perché la pelle del volto diventa di colore rosso generalizzato, tranne le zone intorno ad occhi e naso, le quali invece diventano pallide. Per fortuna, la scarlattina non dura molto. Dopo pochi giorni comincia la desquamazione delle zone rosse, grazie al fatto che le tossine rilasciate dallo Streptococco rallentano la propria azione.

Altri possibili sintomi della scarlattina possono essere mal di gola, gonfiore alle tonsille, fastidio all’addome (sensazione di torpore e oppressione), tachicardia ed emicrania.

Come diagnosticare la scarlattina

Si può dire che tra le varie malattie di tipo esantematico, questa è forse proprio una di quelle che si riconosce più facilmente, per il fatto che i puntini di color rosso scarlatto sono sì separati tra loro, ma anche fitti e ruvidi al tatto. Poi abbiamo detto della lingua detta a fragola bianca e della maschera scarlattinosa sul viso. Tuttavia, senza affidarsi a diagnosi ad occhio e a sensazioni, il modo infallibile per diagnosticare la scarlattina è quello di sottoporsi ad un tampone faringeo, che ci dirà se c’è o meno la presenza nell’organismo dello Streptococco Beta emolitico gruppo A, proprio il batterio che la scatena. Occorre aggiungere che il tampone va eseguito solamente qualora compaiano i sintomi della scarlattina e non in maniera preventiva, giusto per rassicurarsi. Del resto, particolare non trascurabile, molti bambini possono essere portatori sani della malattia ma non esserne infetti. Pertanto, la presenza dello streptococco non serve ad indicare da sola la presenza della scarlattina.

Esistono poi altri sistemi oltre al tampone e comunque efficaci. Come ad esempio il test di Schultz-Charlton, che consiste in un siero ottenuto da un individuo convalescente somministrato per iniezione cutanea in una porzione di pelle dove è presente l’esantema.

Funziona così: se dopo un giorno l’esantema sulla parte di cute a contatto col siero dovesse sparire, allora si conferma la presenza di scarlattina. Un altro metodo è il prelievo di sangue. Se viene rivelata un’alta leucocitosi con neutrofilia o un aumento degli eosinofili. In caso di infiammazione c’è un alto tasso di sedimentazione eritocitaria e di proteina C-reattiva.

Occorre infine dire che la scarlattina può essere facilmente scambiata per un’altra infezione che si chiama Sindrome di Kawasaki. I sintomi sono molto simili a quelli della scarlattina ma la sua causa non è lo stesso streptococco. Inoltre, la sindrome di kawasaki può presentare anche delle complicanze gravi fino ad un tasso di mortalità pari al 2%.

Come si contagia la scarlattina

Ma come si trasmette la scarlattina? Mediante il contatto col muco o la saliva di un paziente infetto. Quindi vettori potenziali sono gli starnuti, i colpi di tosse, i baci. Pertanto, la trasmissione aerea. Il batterio raggiunge così le mucose delle alte vie respiratorie e poi si replica all’interno dell’organismo. Ma a parte queste modalità, il batterio Streptococco può anche essere presente su alcuni oggetti, quindi la scarlattina può essere trasmessa anche entrando in contatto con gli oggetti. Ecco perché anche gli asili sono terreno fertile, visto che i bambini molto piccoli toccano i giochi in comune con gli altri. Sebbene i primi sintomi appaiano tra i due e i cinque giorni, già in fase di incubazione si diventa già in grado di contagiare le altre persone. Solo un paio di giorni dopo aver iniziato la terapia contro di essa che il soggetto colpito non può più trasmettere il batterio che ne è la causa.

Generalmente, la scarlattina si diffonde di più nelle “mezze stagioni” (sebbene un vecchio proverbio e la realtà delle cose, dicano che non esistano più). Quindi autunno e primavera. Proprio quando sono più diffuse le influenze e quindi tosse e starnuti. Abbiamo già detto poi nell’incipit il fatto che averla già contratta una volta, non rende purtroppo immuni da essa. Occorre isolare la persona affetta, facendo usare posate, bicchieri, asciugamani personalizzati.

Come affrontare la scarlattina in base all’età

Se oggi la scarlattina viene facilmente curata nel giro di quindici giorni, in passato era mortale. Sul finire del 1800, il tasso di mortalità legato a questa malattia raggiungeva fino al 30 percento, molto più superiore di morbillo e varicella. Oggi con alcuni accorgimenti quali gli antibiotici, l’uso del latte pastorizzato e il netto miglioramento delle condizioni igieniche nei centri urbani, la mortalità legata a questa malattia è vicina allo zero.

La scarlattina va affrontata diversamente a seconda della propria fascia d’età. Partiamo dalla gravidanza, fino all’età adulta.

Come affrontare scarlattina in gravidanza

La scarlattina può essere contratta ovviamente anche in gravidanza. Pensiamo ad una donna gravida già madre di un bimbo che va all’asilo o a scuola. Fortunatamente, la scarlattina non mette in pericolo né la vita della gravida né del bimbo in grembo, ovviamente se riconosciuta in tempo e curata. In rari casi però può verificarsi un caso di parto prematuro qualora il batterio scatenante la malattia si sia annidato anche nella vagina. Ma è difficile che accada. Meglio dunque consultare il proprio ginecologo ai primi sintomi e valutare se sia il caso di praticare un tampone vaginale.

Come curare la scarlattina nei neonati

Difficilmente questa malattia viene contratta da neonati che non abbiano almeno 6 mesi, infatti statisticamente si concentrano dai due anni in poi. Fortunatamente, anche in taluni casi questa malattia non è pericolosa, almeno che non la si diagnostichi e curi in tempo. Alle prime avvisaglie meglio recarsi dal proprio pediatra, che indicherà la cura migliore.

Come curare la scarlattina nei bambini

Siamo giunti alla fascia d’età che patisce maggiormente questa malattia. Ossia, dai due ai dodici anni di età. Quando viene contratta, la naturale preoccupazione dei genitori deve essere placata dal fatto che ormai questa malattia viene facilmente riconosciuta e curata. Può essere debilitante e richiede cure e riposo per qualche giorno. In genere, riprendono la normalità dopo un paio di settimane. Anzi, dopo un paio di giorni dall’inizio della terapia medica, come visto, già non sono più contagiosi. Quindi in teoria potrebbero anche riprendere la scuola ed eventuali sport. Ma nei primi giorni sono ancora debilitati e febbricitanti, quindi meglio non forzarli ad uscire di casa.

Come curare la scarlattina quando si è adulti

Anche se statisticamente è difficile, anche gli adulti possono essere colpiti da scarlattina. E data l’età adulta, i sintomi possono essere più pesanti e pericolosi. Proprio come accade con varicella e orecchioni. Pensiamo ad esempio ad una faringite molto forte e anche osteomielite, malattie reumatice, setticemia, encefalite e altro. La cura tuttavia resta la stessa, ma probabilmente i dosaggi dei farmaci sono più consistenti proprio perché più pronunciati sono i sintomi.

Quali cure contro la scarlattina

Va da sé che essendo la scarlattina causata da una batterio, le cure migliori ed efficaci sono gli antiobiotici, generalmente prescritti per una settimana. Con un prolungamento ad una decina di giorni nei casi più insistenti. Durante il periodo della terapia e subito dopo, è consigliabile anche utilizzare probiotici utili a ripristinare la flora batterica buona, molto ridotta con l’utilizzo dei medicinali. Qualora si verifichi la febbre alta, il pediatra o il medico di base potrebbero anche prescrivere del paracetamolo o altri farmaci in grado di tenerla a bada. Nella fase della malattia meglio bere molto e tenere ben idratato l’organismo infiammato. Stare molto a letto o sul divano a riposo. Del resto, in questo periodo si è molto debilitati ed è difficile svolgere le nostre consuete attività. La guarigione totale si otterrà nell’arco di un paio di settimane. Raramente può anche succedere che la scarlattina non sia ben curata e si sfoci nella febbre reumatica; la quale colpisce le articolazioni e rende necessario il ricovero ospedaliero.

Rimedi naturali contro scarlattina

Anche contro la scarlattina, comunque, i rimedi naturali possono sempre essere utili. Non per guarire, sia chiaro, anzi, diffidate da santoni e vate del naturalismo. Bensì, per alleviare il prurito della cute. Il rimedio migliore è quello di fare bagni tiepidi o impacchi con acqua e bicarbonato di sodio, amido di riso o avena. Quest’ultimo dovrebbe essere già un rimedio noto alle madri, giacché si utilizza pure in caso di arrossamenti e irritazioni causati dai pannolini. Preparare un bagno con riso di avena è molto semplice: basta preparare il bagnetto o la vasca da bagno (a seconda dell’età del degente) con acqua tiepida e sciogliere qualche cucchiaio nell’acqua. Il bagno o bagnetto sarà così anche rilassante.

Per fare invece un bagno d’avena occorre una tazza o tre/quarti di fiocchi d’avena, o dei chicchi di questo cereale; un tritatutto e un sacchetto di cotone o organza traspirante. In alternativa può andare bene anche un fazzoletto di stoffa da legare in cima con un elastico. L’avena andrà tritata molto bene usando un minipimer e poi inserirla in un sacchetto, stando però attenti a chiuderlo bene per evitare che si apra e si provochi la fuoriuscita del contenuto nell’acqua. La vasca da bagno andrà riempita con acqua tiepida e poi andrà inserito il sacchetto. Strizzando leggermente il sacchetto, si noterà la fuoriuscita di una sorta di latte che si spargerà all’interno della vasca. Sarà così possibile immergersi nella vasca oppure usare un tampone per massaggiare le zone cutanee più irritate. Se avete optato per la prima opzione, il bagno dovrebbe durare circa un quarto d’ora.

Se trovate la preparazione troppo complessa, potete utilizzare anche il bicarbonato. Una polvere magica rimedio per tantissimi problemi. Tra cui anche la scarlattina.

Poi ci sono altri rimedi per altri fastidi. Quando il mal di gola è molto forte è consigliabile seguire una dieta che sia a base di liquidi, fatta di tisane, minestre, gelati e bibite fresche. Contro la faringite ma anche come antibatterico, un ottimo rimedio naturale consigliato è la Propoli&Co. Nei bambini piccoli, che tenderanno sempre a grattarsi, meglio poi tagliare le unghie, per evitare che si feriscano lungo il corpo.

Scarlattina, un ritorno che fa preoccupare

Sebbene la scarlattina fosse pericolosa più in passato che oggi, di recente sono comparsi nuovi fenomeni allarmanti. Ad esempio, il Center for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti ha riportato che ad Hong Kong sono stati rilevati oltre 1500 casi di scarlattina alla fine del 2011. Vale a dire quasi 10 volte in più rispetto ai dieci anni precedenti. Ancora, il governo britannico, attraverso la sua Agenzia di Sanità Pubblica, ha rivelato che oltre seimila casi di riconducibili a questa malattia sono stati rilevati in Inghilterra a partire dal Settembre del 2015.

Numeri che non si raggiungevano da oltre mezzo secolo. In Inghilterra conoscono bene le conseguenze della scarlattina, dato che durante la gloriosa epoca vittoriana fu la causa principale della morte di numerosi bambini. Ovvero un terzo dei bambini britannici, così come quelli americani. Comunque, i farmaci di oggi consentono una cura efficace e non si arriva mai alla mortalità. Ciò significa che, oltre al progresso della medicina, la stessa malattia non è peggiorata nel corso dei secoli, quindi non è diventata più aggressiva.