Tamarindo: proprietà nutrizionali, benefici, usi e controindicazioni

Meglio conosciuto come il “Dattero dell’India”, il tamarindo (Tamarindus indica) è una specie sempreverde, un albero da frutto tropicale appartenente alla famiglia delle Fabaceae.

Il tamarindo si fa apprezzare per la tamarindina, principio attivo veramente utile per curare l’Aspergillus niger e la Candida albicans. Oltre agli usi medicali, le foglie di tamarindo si fanno prediligere in India e in Africa per nutrire bachi da seta, oltre a trovare applicazione ornamentale da inserire nei famosi cappelli di paglia.

Questa guida si prefigge l’obiettivo di approfondire le caratteristiche e le proprietà nutrizionali del tamarindo, quali sono i benefici, gli usi e le controindicazioni nel consumare.

Tamarindo: caratteristiche della specie vegetale

Il tamarindo è un albero sempreverde che ha una crescita piuttosto lenta, è longevo e plurisecolare: appartenente alla famiglia delle Leguminose, l’arbusto può raggiungere anche i 30 metri di altezza.

Le foglie del tamarindo dono lunghe circa 15 cm e sono composte da numerose figlioline; i fiori sono poco appariscenti, gialli con striature di colore rosso o arancione.

I frutti del tamarindo non sono altro che dei baccelli marroni che possono contenere al loro interno dai 4 ai 12 semi duri, la cui polpa è di colore verde. I legumi sono leggermente “incurvati” e contengono semi di colore bianco.

Essendo un albero da frutto tropicale appartenente alla famiglia delle Fabaceae, il tamarindo è originario dell’Africa Orientale e dell’India, ma è presente anche in varie aree sub tropicali e tropicali del continente asiatico e dell’America Latina.

Proprietà nutrizionali e benefici del tamarindo

Per apprezzare le sue proprietà nutrizionali e i benefici alla salute dell’organismo umani, è necessario analizzare la composizione chimica del tamarindo.

Esso è costituito dai seguenti macronutrienti: 31 % da acqua, 57 % da zuccheri, 5 % da fibre alimentari, 2,8 % da proteine e dallo 0,6 % da lipidi.

In 100 grammi di tamarindo si contano 239 Kcal; i sali minerali contenuti ed apprezzati sono: sodio, potassio, fosforo, magnesio, calcio, zinco, rame e selenio.

Tra le vitamine si annoverano: vitamina A, B1, B2, B3, B5, B6, vitamina C, E, K, e J.

L’assunzione del tamarindo, in particolare dello sciroppo del “Dattero dell’India” si rivela molto utile per prevenire patologie a livello gastrico o digestive.

Per chi soffre di stitichezza, il tamarindo ha buone proprietà lassative ed è un ottimo regolatore intestinale: la marmellata e lo sciroppo sono considerati un “toccasana” per i bambini.

Inoltre, il Dattero dell’India apporta benefici alla salute del fegato, facilita lo svuotamento della cistifellea e previene i disturbi biliari. Gli estratti di tamarindo contenente polifenoli ed antiossidanti che proteggono le cellule epatiche e prevengono la comparsa di cellule tumorali.

La presenza nel tamarindo di acido caffeico ed acido ellagico consentono di prevenire la comparsa del cancro al fegato, al colon, ed alla cistifellea.

Le proprietà antibatteriche ed antipiretico lo rendono adatto a curare le infezioni, specie il mal di denti e le febbri reumatiche; inoltre, è anche considerato un ottimo rinfrescante e si rivela utile per reintegrare la perdita dei sali minerali dovuta all’eccessiva sudorazione (in estate e/o dopo intensa attività sportiva).

Il buon contenuto di fibre alimentari è utile per ridurre i livelli di colesterolo nel sangue, oltre a prevenire la formazione di pericolose placche nelle arterie con la riduzione del rischio di comparsa di patologie cardiovascolari.

Essendo una buona fonte di ferro, il dattero dell’India garantisce il corretto numero di globuli rossi nel sangue e consente di combattere l‘anemia e i sintomi connessi quali la stanchezza, mal di testa e problemi di stomaco.

Inoltre, riduce l’assorbimento dei carboidrati che possono facilmente essere convertiti in zuccheri dall’organismo ed evita i picchi glicemici: ideale per le persone affette da diabete.

Controindicazioni del Dattero dell’India

Non esistono controindicazioni del tamarindo per la salute dell’organismo umano.

Tamarindo: usi e reperibilità in commercio

Sulla nostra penisola, il tamarindo è conosciuto ed apprezzato sotto forma di sciroppo e di marmellata ma, nella cucina asiatica specie in quella indiana, la sua polpa viene utilizzata come spezia per aromatizzare le pietanze.

Non a caso il dattero dell’India è utilizzato per preparare il curry per aromatizzare e rendere maggiormente prelibate le pietanze della cucina orientale: zuppe, risotti, secondi piatti di carne e di pesce.

Il tamarindo è utilizzato soprattutto per la preparazione di sciroppi, marmellate, gelatine, salse, creme: salsa Worcestershire, Sambhar (zuppa di lenticchie speziata, con l’aggiunta di ortaggi freschi), riso Pulihora, chutney, curry.

Inoltre, il tamarindo è un ottimo spuntino che si serve seccato e salato oppure può essere utilizzato come ingrediente per la preparazione di una bevanda rinfrescante a base di zucchero, miele, cardamomo e semi di coriandolo.

Ottima la pasta di dattero dell’India, la quale viene preparata lasciando i semi in ammollo in acqua tiepida per almeno dieci minuti. Da utilizzare per la preparazione delle salse o zuppe.

Oltre agli usi culinari, il tamarindo viene utilizzato per scopi ornamentali e per usi terapeutici e curativi, soprattutto nella medicina ayurvedica.

In commercio si possono acquistare i baccelli di tamarindo in vendita nei supermercati o nei negozi di frutta e verdura specializzati nella vendita dei prodotti tropicali.