Arriva l’app che traduce il pianto del neonato, ma le mamme non ci stanno

C’è una grande novità nel vasto mondo delle applicazioni, un’app infatti che promette di tradurre il pianto del neonato con niente meno che il 92% di affidabilità. L’applicazione Made in Taiwan ascolta il pianto del bambino, ma osserva anche il suo volto per tradurre il suo stato d’animo. L’app suddivide il pianto in sei diverse categorie: c’è il pianto per fame, quello causato dal pannolino sporco e quello causato dal dolore, c’è il pianto da sonno, quello da disagio e il pianto causato da un rumore troppo forte e fastidioso nell’ambiente circostante. Pensate che l’app è in grado di dare una risposta in appena 15 secondi. Niente più momenti di panico insomma per i genitori né ore e ore spese a cercare di capire di cosa il bambino abbia bisogno, pochi istanti e il gioco è fatto.

Dobbiamo ammettere che il pianto di un neonato, soprattutto durante i suoi primi mesi di vita, mette in crisi ogni coppia di genitori, in modo particolare se al primo figlio. Sentire piangere un neonato crea ansia e stress, un pianto che è spesso prolungato, davvero molto intenso, in molti casi difficile da calmare. E allora ecco che a prima vista un’applicazione di questa tipologia appare come una meravigliosa invenzione capace finalmente di rendere la vita molto più semplice ai neo genitori. Invece i genitori, le mamme in modo particolare, hanno fatto sentire la loro voce online in questi giorni, una voce di sconcerto e di protesta.

Lo sconcerto arriva dal fatto che le mamme da millenni mettono al mondo i loro figli e se ne prendono cura senza bisogno alcuno di un’applicazione. Le mamme parlano infatti di un innato istinto materno che permette loro di capire di cosa il loro bambino ha bisogno. Certo ci sono momenti in cui ogni mamma, e anche ogni papà, perde il controllo della situazione, magari a causa della stanchezza eccessiva di questo delicato periodo della vita. Certo, ci sono casi in cui effettivamente il bambino non sembra riuscire a calmarsi in alcun modo. Ma si tratta appunto solo di momenti, di giornate un po’ storte, perché poi la mamma sa sempre che cosa fare. Una mamma sa infatti se il proprio bambino ha bisogno di mangiare. Sa se ha bisogno di essere cambiato, se ha sonno, se ha semplicemente bisogno di un po’ di coccole. Una mamma queste cose le sa senza bisogno di utilizzare alcuna applicazione.

Dopo lo sconcerto la vera e propria protesta, sono molte infatti le mamme che cercano di boicottare il download di questa applicazione e che vogliono ricordare a tutte le mamme come loro che l’unica cosa che conta veramente è seguire il proprio istinto, quell’istinto naturale che ci porta a desiderare un bambino, quell’istinto naturale che è l’unico mezzo che abbiamo per capire davvero quali siano i bisogni di un figlio.

Anche voi pensate che questa applicazione non sia per niente utile e che non abbia alcun futuro? Fateci sapere le vostre opinioni! Alla fine provare comunque non costa poi molto, l’app infatti ha un costo di poco più di 2 euro.

Camilla Biagini
Web writer con all'attivo la pubblicazione di poesie e articoli di attualità. Esperta di moda e make up.