Tra le varie piante che arrivano dall’Asia sempre più prepotentemente anche in Europa e in Italia per uso curativo, decorativo e alimentare troviamo anche l’Artemisia. Una pianta erbacea della famiglia delle Asteraceae. Proviene dalla Cina ed ha particolari e riconosciute proprietà mediche. Il nome artemisia deriva da Artemide, dea greca della caccia.
Ma secondo altri anche da regina Artemisia, regina che secondo la leggenda ne scoprì per prima le proprietà terapeutiche e le divulgò. Ad attribuirgli questo nome, dal suono accattivante, fu comunque Linneo. Padre della classificazione moderna degli organismi viventi. Nel nostro Paese, in realtà, molte piante legate a questa specie crescono in maniera spontanea e sono ritenute infestanti.
Vediamo di seguito cos’è artemisia, le sue proprietà e benefici ed eventuali controindicazioni.
Sommario
Storia della artemisia
Come detto nell’incipit, il nome Artemisia deriva dalla dea della caccia Artemide, secondo l’antica religione greca. Ma anche della selvaggina, dei boschi, del tiro con l’arco e della verginità. Altri nomi che gli vengono affibbiati sono assenzio selvatico, amarella e canapaccio. Quest’ultimo perché somiglia vagamente alla canapa. L’altra scuola di pensiero semantica prima accennata, vuole che la sua origine derivi dalla dea Artemide, che sempre nell’antica religione greca era dea della caccia e della luna; e presiedeva i parti, giacché ritenuta una pianta utile ai disturbi delle donne. Artemisia dal greco significa anche sano, di buona salute. E viene spesso affiancato dall’appellativo vulgaris, giacché in greco significa specie comune. Artemisia vulgaris è stato proposto per la prima volta da Carl von Linné, biologo e scrittore svedese. Il quale viene largamente considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi.
Abbiamo detto che l’artemisia viene dalla Cina, dove anticamente veniva usata come medicinale. Al fine di preparare la moxa (dal giapponese moe kusa che significa “erba che brucia”). Viene prodotta utilizzando un mortaio che triturando la pianta fa ricavare un impasto lanoso, con cui poi si creano palline o dei coni; i quali, una volta messi sulla pelle (negli stessi punti dove si inseriscono gli aghi durante l’agopuntura) vengono fatti bruciare. Anticamente veniva chiamata anche erba “scaccia diavoli”, per le sue presunte proprietà anti-demoniache capace di cacciare gli spiriti maligni. Veniva colta durante il solstizio d’estate e gli venivano attribuite anche proprietà antiepilettiche.
Nel libro ‘Le erbe magiche’ di Roberto La Paglia, si parla di questa pianta utilizzata in forma di infuso per pulire le sfere e gli specchi magici. Ma anche La Paglia rammenta come tale pianta, benché un rimedio naturale, vada utilizzata con parsimonia in quanto dosi elevate possono rivelarsi tossiche.
Altri nomignoli attribuitigli sono: erba reale, erba dai cento sapori, erba del fuoco, erba di San Giovanni. Il primo articolo sull’artemisinina fu pubblicato dai ricercatori cinesi su una rivista internazionale solo nel 1982. Il merito va ad una donna: You-You Tu, le cui conoscenze della medicina cinese le fecero capire l’importanza di una ricetta trovata in un antico erbario del ‘300. Ella scoprì che per curare la febbre malarica, si usava il succo della pianta fresca, e non una tisana della pianta secca. Ciò in quanto l’artemisinina non veniva degradata, riuscendo così finalmente a trovare un estratto attivo.
Anche la religione cattolica però parla di Artemisia. Questa pianta sarebbe infatti germogliata in Paradiso lungo il sentiero percorso dal serpente tentatore, nel tentativo di fermarlo prima che raggiungesse Eva e la tenti fino alla sua cacciata dal Paradiso insieme ad Abramo. Purtroppo quindi non funzionò, come invece vedremo fa per tanti disturbi della salute.
Caratteristiche della pianta di Artemisia
Abbiamo detto che in Europa e in Italia questa pianta cresce spontaneamente, al punto che viene ritenuta una pianta infestante. Le “Artemisie” possono arrivare fino a 2 metri, addirittura 3,5 in America. Sono piante perenni, legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un’altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm con un aspetto arbustivo. Esistono più tipologie di piante, ognuna delle quali offre un tipo diverso di trasformazione durante l’anno. Tutte però sono prive di lattice ma contengono però oli eterei lattoni sesquiterpenici e profumano in maniera simile al cedro. Quasi al liquore vermouth.
La artemisia è una specie quasi cosmopolita, poiché trova il suo habitat in quasi tutti i continenti nelle zone temperate, e sia dell’emisfero boreale che in quello australe. Oltre che asciutti o semi-asciutti. Alcune specie riescono a crescere anche nelle alture, dove si formano nevi perenni. lL’origine viene comunque attribuita alle regioni montane del nord-ovest dell’Asia, a partire dalla metà del Cenozoico. Per poi evolvere successivamente in 2-3 tappe. E’ opinione diffusa tra gli scienziati che il Pliocene sia stato un momento importante e si verificò una rapida diversificazione a livello mondiale delle sue specie. Altre evoluzioni sono dovute ai cambiamenti climatici legati alle grandi variazioni ambientali.
E’ una pianta arbustiva perenne, priva di stoloni. Vanta un fusto eretto rossiccio, striato, ricco di rami. La radice invece è legnosa, brevilinea e dalla forma obliqua. Riguardo le sue foglie, generalmente sono di tipo alterno, lanceolato, inciso-dentato, verde, glabre di sopra, biancastro e tomentoso di sotto. Vi crescono fiori tubulosi di colore giallo-rossastro, i frutti sono appuntiti, lisci e privi di pappo.
Dove utilizzare Artemisia
Questa pianta si presta a usi molteplici: in ambito medico, in cucina e nel giardinaggio. Vediamoli meglio di seguito:
Cosa cura l’Artemisia
Dalla artemisia si possono ricavare oli essenziali e vari terpenoidi come l’eucaliptolo, il tujone e il cineolo; alcune specie contengono anche flavonoidi e derivati della cumarina.
Quali doti curative ha l’artemisia? Eccole di seguito:
- antisettica: capacità di impedire o rallentare lo sviluppo dei microbi;
- antispasmodica: riesce ad attenuare gli spasmi muscolari, rilassando altresì il sistema nervoso;
- combatte la malaria
- carminativa: aiuta ad espellere i fastidiosi gas intestinali
- diaforetica: aiuta la pelle a traspirare
- emmenagoga: regolarizza le mestruazioni
- espettorante: aiuta ad espellere le secrezioni bronchiali
- eupeptica: aiuta a digerire
- antidiabetica: aiuta a combattere il diabete
- aiuta ad abbassare la febbre
- è un discreto aperitivo
- aiuta a prevenire il cancro
- aiduce i gonfiori dell’addome
- aiuta a prevenire il mal d’auto e la nausea da viaggio
- fluidifica il catarro
- è un ottimo antinfiammatorio
- protegge e depura il fegato
- calma i dolori mestruali e regolarizza il ciclo
- è un aiuto contro la depressione, il mal di vivere e il cattivo umore
- previene i parassiti intestinali
- regola la pressione sanguigna, mitigando la pressione arteriosa alta e quella bassa
- aiuta a urinare
Come usare artemisia in cucina
L’artemisia può essere utilizzata anche in cucina. Vediamo di seguito come:
- le foglie cotte o crude aiutano a digerire e a fare la dieta. Sono un buon condimento per cibi grassi
- le foglie sono usate anche come infuso, o per aromatizzare la birra
- per il loro sapore aspro di natura, nell’antichità venivano anche usato per lo svezzamento
- l’Artemisia absinthium L. viene utilizzata per il distillato di assenzio, giacché gli dona un sapore più aspro e il tipico colore verde;
- il liquore Vermouth vede il suo nome derivare dal tedesco antico “werimuota”, con il quale le popolazioni walser nominavano l’artemisia
- la Artemisia umbelliformis Lam. serve per produrre il liquore Genepì
- le foglie servono per preparare il tè profumato ma anche per condire i cibi, come detto specie quelli grassi
Come usare artemisia in giardino
La artemisia è molto apprezzata anche in giardinaggio, per il loro abbondante fogliame e graziose spighe di piccoli e profumati capolini. Sono coltivabili facilmente ma necessitano di terreni ben drenati e leggermente alcalini in posizioni soleggiate. In Europa le specie coltivate sono: la Artemisia annua L., Argentea L’Hér, pontica L. e la scoparia Waldst. & Kit.
Proprietà e benefici della artemisia
Questa pianta è riconosciuta per la sua sedativa, vale a dire per la sua capacità di rilassare il sistema nervoso. Pertanto, sono ottime per combattere il nervosismo o la stanchezza. Ha anche un ottimo effetto contro gli spasmi dei muscoli, i dolori provocati dalle mestruazioni e alla dismenorrea. Ha anche un’azione emmenagoga, cioè aiuta sempre durante le mestruazioni in quanto regola il flusso mestruale. Ancora, la presenza nel fitocomplesso degli olii essenziali oltre a renderla molto efficace contro la tosse, la rende molto utile anche contro i casi di parassitosi intestinali. Mentre per la sua azione eupeptica è utile contro la digestione complicata, specie per la produzione di liquori naturali.
Vanta al suo interno altresì la presenza di oligoelementi come calcio, potassio, zinco, magnesio, fosforo, zolfo e iodio.
Come preparare artemisia
La artemisia può essere utilizzata tramite ingestione per uso interno:
- Preparare un infuso con un cucchiaio di sommità fiorite di artemisia e una tazza d’acqua bollente. L’artemisia va versata in quest’ultima e tenuta per una decina di minuti. Berne due o anche tre tazze al giorno a seconda del livello del disturbo che si intende combattere.
- Tramite tintura madre di artemisia: 30 gocce tre volte al giorno per circa dieci giorni prima del ciclo mestruale. Negli altri casi dosi variabili tra le trenta e le cinquanta gocce per due-tre volte al giorno lontano dai pasti.
Quali sono le controindicazioni artemisia
Come tutte le cose naturali, anche artemisia ha controindicazioni. Quali sono controindicazioni artemisia? Intanto occorre dire che è sconsigliata in gravidanza e allattamento. Così come per quanti soffrono di gastrite, fanno abuso di alcolici, stanno facendo una cura ormonale, si soffre di neuro-tossicità o sono allergici ai pollini. Inoltre, non bisogna abusarne. A dosi elevate può essere addirittura velenosa e danneggiare il sistema nervoso. Quindi, rischia di risultare pure controproducente rispetto alle doti curative che ha. Inoltre, può provocare eruzioni cutanee come le dermatiti. L’abuso di artemisia può avere questi effetti collaterali:
- nausea
- vomito
- diarrea
- crampi
- dermatiti
- reazioni allergiche.
Quindi, andateci piano e chiedete consigli al vostro erborista di fiducia o comunque a chi da anni fa questo lavoro. Purtroppo, la diffusione di erbe orientali in Italia ha comportato la correlata diffusione anche di molti falsi stregoni.
Artemisia aiuta contro il cancro?
E a proposito di andarci cauti, questo vale ancora di più quando si parla di lotta contro il cancro. Una ricerca dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano si è espressa riguardo l’artemisia utilizzata contro il anticancro, riferendosi in particolare all’Artemisia Annua e al suo contenuto di artemisinina. Orbene, l’istituto di ricerca meneghino ha confermato che l’artemisinina e i suoi derivati, in esperimenti in vitro da laboratorio, hanno dimostrato un effetto tossico sulle cellule tumorali. Che in genere vengono utilizzati nei medicinali che combattono la malaria. Sempre l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano sta valutando gli effetti di un altro principio attivo contenuto nell’artemisia: la diidroartemisinina. E sempre riguardo le possibili potenzialità nella lotta al cancro. Stiamo però parlando di studi allo stato embrionale, che hanno bisogno di altre ricerche.
L’Istituto milanese che si occupa di tumori è convinto però che l’artemisinina sia una molecola promettente per alcuni tipi di patologie, ma smorza gli entusiasmi asserendo al contempo che non esistono al momento studi clinici che possano darci informazioni di quello che l’Artemisia Annua e i suoi derivati producono nell’uomo. In termini di tossicità e come concreto effetto antineoplastico. Inoltre, aggiunge che ad oggi non conosciamo qual’è la vera percentuale del principio attivo presente nelle differenti specie di Artemisia Annua che troviamo sul web o in erboristeria. Ad oggi non esistono infatti studi clinici validi che dimostrino l’efficacia e la sicurezza di questi preparati nell’essere umano. Quindi, un modo gentile per dirci: andateci piano e non fatevi abbindolare da stregoni dell’ultima ora.
I primi però a credere nell’efficacia di questa erba contro il cancro furono i medici dell’Università della California, con la loro ricerca pubblicata sulla rivista Spirit Science and Metaphysic. I ricercatori americani hanno dimostrato come l’artemisina sia capace di fermare il fattore di trascrizione ‘E2F1’ e intervenga nella distruzione delle cellule tumorali del polmone. In che modo? Controllando la crescita e la riproduzione di cellule del cancro.
Il dottor Len Saputo l’ha ribattezza addirittura “cancer smart bomb”: l’artemisia si sarebbe infatti rivelata efficace nel distruggere il 75% delle cellule tumorali resistenti alle radiazioni nel cancro al seno. L’Artemisinina, liberando radicali liberi, colpisce selettivamente le cellule contenenti eccessive quantità di ferro, eliminandole. L’ Artemisinina contiene infatti una porzione endoperossidasica che può reagire con il ferro per formare radicali liberi citotossici. Ma anche qui parliamo di una ricerca singola che abbisogna di altri approfondimenti.
Dove acquistare artemisia
Dove trovare artemisia? Questa pianta è acquistabile sia online che nei negozi di erboristeria, sotto forma di infusi, compresse, tinture o di gocce. A seconda del tipo di utilizzo che se ne vuole fare. Il consiglio però è quello di scegliere sempre un negozio tradizionale, possibilmente in attività da anni. Così da farsi consigliare anche su cosa scegliere. Talvolta online ci si può incappare in prodotti falsi, taroccati, scaduti. Con effetti negativi sulla propria salute.
Come viene venduta artemisia
La forma più ampiamente venduta di artemisia è l’infuso, per preparare tisane e decotti. Soprattutto per favorire la digestione, combattere i gonfiori intestinali e regolarizzare il ciclo mestruale. Esistono in vendita integratori naturali a base di artemisinina che sono utilizzati contro la malaria e infezioni da parassiti.
Ricapitolando, le forme con cui troviamo e utilizziamo l’artemisia in genere sono le seguenti:
- Tisana
- Infuso
- Decotto
- Estratto idroalcolico (composto da: Alcol etilico puro, acqua vitalizzata e artemisia vulgaris parte aerea per il 25%)
- Integratori naturali
- Tintura
- Capsule
Come si può notare, le forme sono tante. Proprio perché sono tanti i suoi usi e proprietà.